venerdì 28 settembre 2012

Leggi -Il Corridore di Mezza Via- e vinci Saucony.




Leggi -Il Corridore di Mezza Via-
e vinci Saucony.

La distribuzione italiana di Saucony, mette a disposizione dei lettori de -Il Corridore di Mezza Via- due paia di scarpe running (Saucony_powergrid_cortana) , uno maschile ed uno femminile.
Potranno partecipare all'estrazione tutti coloro che, avendo reperito in libreria o store web, il libro , risponderanno al questionario pubblicato su www.ilcorridoredimezzavia.blogspot.com , a breve. Il questionario compilato dovrà essere inviato via e-mail a :
alexandergeronazzo@virgilio.it , indicando come titolo della mail
"Concorso Vinci Saucony".
Tra i primi 500 tra coloro che avranno risposto esattamente a tutte le domande sarà estratto il premio , dopo il 31/12/2012 , data entro la quale è possibile partecipare. Indicare sulla mail i dati anagrafici, dati di residenza, libreria, cartoleria o store web di acquisto del libro e sport praticati.
Foto: Leggi -Il Corridore di Mezza Via- e vinci Saucony. 
La distribuzione italiana di Saucony, mette a disposizione dei lettori de -Il Corridore di Mezza Via- due paia di scarpe running ( il modello sarà comunicato presto ed è tra i piu' performanti della gamma ) , uno maschile ed uno femminile.
Potranno partecipare all'estrazione tutti coloro che, avendo reperito in libreria o store web, il libro , risponderanno al questionario pubblicato su www.ilcorridoredimezzavia.blogspot.com , a breve. Il questionario compilato dovrà essere inviato via e-mail a : alexandergeronazzo@virgilio.it , indicando come titolo della mail 
"Concorso Vinci Saucony".
Tra i primi 500 tra coloro che avranno risposto esattamente a tutte le domande sarà estratto il premio , dopo il 31/12/2012 , data entro la quale è possibile partecipare. Indicare sulla mail i dati anagrafici, dati di residenza, libreria, cartoleria o store web di acquisto del libro e sport praticati.
ArGo ringrazia i lettori e Saucony.
Saucony_powergrid_Cortana UOMO

Saucony_powergrid_Cortana DONNA

QUESTIONARIO da compilare ed inviare (vedi sopra):
1)Chi ha scritto il Corridore di Mezza Via ?
2)Quali altri libri conosci dell'autore?
3)Nel romanzo chi è il protagonista?
4)Qual'è il nome di battesimo completo della moglie del protagonista?
5)Qual'è la corsa che attira il protagonista nei luoghi principali in cui si svolge la trama?
6)Qual'è il nome del personaggio piu' giovane?
7)Di chi è figlio il giovane personaggio di cui sopra?
8)Come si chiama "la giunonica" del romanzo ?
9)Ti è piaciuto? Lo consiglieresti?
10)Vorresti, per favore, recensirlo, in "10 righe 10" ?!
Grazie, ora invia le tue risposte a : alexandergeronazzo@virgilio.it ,
Saucony XODUS 3.0
Ti auguriamo Buona Fortuna.
Saucony Outlaw
Saucony Outlaw
ArGo and Saucony


mercoledì 30 maggio 2012

Il corridore di mezza via . Per l'Emila Romagna!

Quale istruttore della Scuola Italiana Nordic Walking (S.I.N.W.), considerandone la validità, aderisco all'iniziativa del 9/10 giugno prossimi, durante i quali giorni ci si attiverà con attività i quali proventi saranno devoluti a favore delle popolazioni terremotate dell'Emila Romagna . Essendo impegnato in altro modo e quindi non potendo esercitare attività formativa classica, sarà allestito pre...sso la manifestazione 1^ Camponordic (www.camponordic.blogspot.com) , uno stand dedicato, nel quale sarà distribuito al costo scontato di Euro 10 (salvo offerte volontarie superiori) , il mio romanzo "Il corridore di mezza via".L'intero ricavato della distribuzione sarà poi inviato ai conti correnti indicati per gli aiuti, in accordo eventualmente con la SINW per una convergenza univoca. Alexander Geronazzo e Moira Beppiani .

sabato 7 gennaio 2012

Il 27 gennaio ospite di Bar Radio Golden

Il 27 Gennaio, Il corridore di mezza via si ripresenta con:

Ho amato Pèter Pan

al Bar Radio Golden Conegliano

sabato 17 dicembre 2011

REGALALO per le feste.

IL CORRIDORE DI MEZZA VIA
Regalalo a natale.
Sì, ma a chi?

A chi corre a piedi, a chi ama la montagna, i sentimenti, il camminare ed il nordic walking.
Una storia di un uomo di città, che arriva in una valle sperduta ed affascinante, per correre una gara a piedi in montagna...Ma la montagna è magica...Ti cattura...ed egli rimarrà imprigionato serenamente da quella misteriosa valle incantata...e continua a correre.

DOVE TROVARLO? Segui le immagini...(sotto)
IL corridore di mezza via lo trovi, ordinandolo in qualsiasi libreria, ma è on line il metodo piu' rapido per averlo, al costo di copertina di 13,90 Euro (talvolta scontato ;-) )

CLICCA QUì:

http://www.ilfiloonline.it/index.php?page=shop.product_details&product_id=274455084&flypage=flypage.tpl&pop=0&option=com_virtuemart&Itemid=175&vmcchk=1


ORDINALO DAL SITO Di
ALBATROS IL FILO

Oppure:
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(LIBRERIA UNIVRSITARIA.IT)


(LIBRERA SCOLASTICA.IT)


(BOL.IT)


(WEBSTER.IT)


PS: Se siete in zona Belluno-Treviso: disponibile presso:
Erboristeria Armonia (Quero BL)
Edicola Alano di Piave (BL)

martedì 6 dicembre 2011

Il Corridore di Mezza Via inserito in un progetto del Centro Sportivo Italiano

PROGETTO C.S.I. IN VALLE

"Il corridore di mezza via" inserito nel progetto sportivo e culturale del Centro Sportivo Italiano

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Centro sportivo Italiano Belluno





L’educazione sfida lo sport:

tra alleanze, sguardi profetici

e segni di speranza



Il Presidente Provinciale

                                                                                 
Belluno, 17 novembre 2011


Caro Presidente,


ho il piacere di comunicarti che il Consiglio Provinciale del CSI nella sua ultima seduta ha approvato il progetto “CSI in Valle”.


Di cosa si tratta?


Siamo sicuri che chi opera sul territorio conosce molto bene le esigenze dei propri atleti, dei ragazzi e dei loro genitori.

Ed allora, ci siamo chiesti, perché non invitare le società ad organizzare in loco le iniziative formative/educative che ritengono più idonee per la propria vallata?



Da qui è nato il Progetto “CSI in Valle”.



Starà a voi scegliere le iniziative più idonee per la vostra zona.



Qualche esempio certamente non esaustivo?



-Una visita guidata con ragazzi e genitori al museo dei sogni; un incontro con Aldo Bertelle.

-Una attività formativa con i genitori: Bonan potrebbe affrontare la tematica dell’avviamento all’attività sportiva.

-Una serata teatrale con un monologo liberamente tratto dal romanzo IL CORRIDORE DI MEZZA VIA “un podista tra le montagne” di Alex Geronazzo.

-Corsi formativi per allenatori di varie discipline sportive; sullo sport e la salute ecc.



Abbiamo suddiviso il territorio in tre vallate:

-       il cadore/zoldano;

-       la valbelluna/alpago;

-       l’agordino.


A breve i referenti incaricati, rispettivamente Dante Passuello, Paolo Giotto, Michele Fusina e Fernando Soccol, indiranno una riunione nella quale potrete portare le vostre idee e decidere le iniziative da realizzare entro la prossima primavera.

Come Comitato Provinciale abbiamo stanziato un apposito plafond per sostenere economicamente il progetto.

Sperando che il progetto risponda alle Vostre esigenze, si rimane a disposizione per ogni eventuale delucidazione in merito e si porgono cordiali saluti.


Ai Presidenti delle

Società Affiliate al

Centro Sportivo Italiano


domenica 12 giugno 2011

Il mondo dell'ultramaratona recensisce il romanzo. L'opinione di Maurizio Crispi

Maurizio Crispi recensisce il romanzo, dando una chiave di lettura che parte dall'esperienza di vita personale nell'ultramaratona, dopo aver seguito la presentazione al Teatro della Rosa di Pontremoli, in ambito Abbots Way.



http://ultramaratone.maratone.dintorni.over-blog.it/article-il-corridore-di-mezza-via-di-alex-geronazzo-un-bel-percorso-tra-diario-e-romanzo-76455236.html

A questo link è possibile leggere la recensione di Maurizio Crispi, presente al Teatro della Rosa, a Pontremoli, allo spettacolo di presentazione pre-AbbotsWay. Proprio oggi ho ricevuto dallo stesso signor Crispi queste impressioni, pubblicate nel blog soprascritto. Il contatto tra di noi è avvenuto così, in maniera fugace, nella sola occasione di quella serata ed è una sensazione di meravigliosa piacevolezza ricevere tanto interesse ed un così lungo stendere opinione...Come ho scritto a Crispi, potrei avvicinare molto il suo approcio a quello ottenuto e amichevolmente sentito e ricevuto, da Pietro Cristini, vi ho notato una similitudine strana ma concreta nel descrivere le loro sensazioni dopo la lettura. Per me è sempre un piacere ricevere nuove opinioni e recensioni, segno tangibile che quanto seminato, partendo dal forum del sito di Denise Quintieri, runnerspercaso.it, sta producendo germogli che forse porteranno a buoni frutti, da gustarsi assieme, attendendo il futuro scritto e descritto di una storia che continua...
Alex Geronazzo "ArGo".


Chi è Maurizio Crispi :

Presentazione

Sono siciliano e, per la precisione sono nato a Palermo nel 1949 dove vivo tuttora. Sono Medico
psichiatra e , per quasi tutta la mia vita lavorativa, mi sono dedicato ai problemi delle dipendenze
patologiche. Mi sono esercitato nella pratica della scrittura, sia del genere della saggistica
scientifica sia in altri ambiti. Dal 2006, sono iscritto all'Ordine dei giornalisti come "pubblicista".
Il mio curriculum podistico
La mia formazione sportiva è passata attraverso l'atletica leggera negli anni scolastici (salto in
lungo, staffetta 4X100, 80 e 100 m piani), il Canottaggio e la Canoa. Poi per lunghi anni mi sono
dedicato allo sport non finalizzato all'agonismo amatoriale (corsa e canoa, con la realizzazione
anche di piccoli cabotaggi costieri della durata di diversi giorni
E' stato soltanto nel 1989 che ho deciso di intraprendere in modo più sistematico la corsa di lunga
lena, spinto dal progetto di partecipare alla "maratona-mito", quella di New York, per celebrare
"degnamente" il mio 40° compleanno. Proprio in funzione di questo progetto, cominciai ad
allenarmi sistematicamente, passando dalla corsa sporadica che fungeva da integrazione ai più
impegnativi allenamenti in kayak, (che allora praticavo ancora sistematicamente, realizzando anche
dei piccoli raid costieri) a forme d'allenamento più sistematico.
Il mio primo tesseramento in una società podistica (GS Amatori Palermo) e le prime gare avvennero
sempre in funzione del progetto principale che era quello di correre la mia prima maratona.
La mia prima gara podistica competitiva in assoluto fu una mezza maratona a Terrasini (provincia
di Palermo), nel 1989, appunto.
Successivamente al compimento (riuscito) della prima esperienza di maratona newyorkese (con
4h03'), intrapresi un allenamento ben più sistematico sotto la guida di Adelfio Cocciola (forte
podista e maratoneta amatoriale palermitano) cui chiesi dei consigli, spinto dal desiderio di
migliorare il mio primo risultato cronometrico.
Dopo quasi due anni di duro lavoro, in occasione della maratona "Tourist Mondiale" di Palermo del
1991 realizzai il mio miglior tempo (3h20'10") successivamente confermato nella maratona di
Marrakesh il 9 Gennaio successivo (1992), con 3h 20'18" e in quella di Bologna, pochi mesi dopo,
con 3h 28' 13".
Nel 1994 ho partecipato alla mia prima Cento chilometri del Passatore, che da allora è divenuta per
me un appuntamento fisso, nel mio programma annuale di maratone ed ultra. Questa prima Cento
ha rappresentato di fatto l'esordio nel mondo delle ultra che, da allora, hanno rappresentato una
necessaria diversificazione rispetto alla ripetitività delle maratone: si va sempre alla ricerca d'uno
stimolo in più…
Il mio miglior tempo nella 100 km del Passatore è di 13 h 03' 05" ( conseguito 1997); 6h 18' invece
il mio miglior tempo nella Pistoia-Abetone (sempre nello stesso anno). Nel mio curriculum di gare,
ho il piacere di annoverare anche l'ultima edizione mai organizzata della 100 km Torino-S. Vincent
in 13h 50' (1997), dopo un periodo di latenza durato alcuni anni, a seguito della morte
dell'organizzatore-animatore dell'evento che, fosse stato in continuità sino ad oggi, avrebbe la palma
di essere la più antica 100 km italiana. In occasione della penultima edizione – 2002 – della ligure
"Devil's Trail" (48 km 700 m su sentieri di montagna) e valevole come "Campionato Italiano IUTA
30 Miglia Trail" ho conquistato il titolo di Campione Italiano di Categoria.
Analogo titolo ho conquistato nella recente prima edizione della siciliana "24 Ore del Sole" (2006),
valevole come Campionato Italiano IUTA 24 ore di corsa individuale in pista, per la categoria M55.
In una precedente edizione della 24 Ore castiglionese su strada (Castiglion Fiorentino, Toscana) ho
coperto la distanza di 122 km. Non ho mai realizzato grandi iomporti chilometrici nelle mie
partecipazioni alle 24 ore, ma ritengo che, in ogni caso, abbia un grandissimo valore formativo
farne esperienza in termini di durata .
Nel corso degli anni ho abbandonato forme di allenamento mirato, rinunciando a fare i "lavori"
specifici, per concentrarmi invece sull'obiettivo di "collezionare" molte maratone, attratto dall'idea
di entrare a far parte del "Club dei super-maratoneti italiani, fondato più di dieci anni fa da Sergio
Tampieri di Forlì.
I miei tempi di percorrenza sulle maratone e sulle ultra si sono notevolmente allungati, ma il mio
obiettivo fondamentale adesso è quello di partecipare, di "esserci", di godermi ogni volta
l'Avventura che, intrinsecamente, scaturisce dalla partecipazione ad una maratona o ad un'ultra. E
per realizzare l'Avventura non c'è bisogno di andare in luoghi lontani ed esotici: basta essere nella
corretta disposizione d'animo.
Le maratona o le ultra- non sono soltanto delle gare podistiche, ma
contengono inscritte in sé l'idea del viaggio e dell'avventura: c'è ogni volta un mini-viaggio da
affrontare per raggiungere il luogo dove si svolgerà la gara che è, a sua volta, un viaggio fatto di
mutevoli stati d'animo, di pensieri, di impressioni e cromatismi ogni volta unici e irripetibili.
Allo stato attuale, al 31 Dicembre 2006 avevo portato a termine 110 maratone, sia in Italia sia
all'estero e 60 Ultra-maratone (delle più diverse tipologie e su diverse distanze).
Tra maratone ed ultramaratone cui ho partecipato sino al 31 Dicembre 2006, sono giunto alla
"rispettabile" cifra di 170 gare. Ma, alla data odierna, la lista si è notevolmente allungata e mi sto
avvicinando al traguardo della partecipazione ad oltre 200 gara "lunghe" tra maratone ed ultra.
Dal Novembre 2006, ho l'onore di far parte dello staff IUTA (Associazione Italiana Ultramaratone e
Trail), come promoter IUTA per la Sicilia.
www.24hpassion.it

martedì 7 giugno 2011

Video Intervista per Radio Belluno



Radio BellunoIntervista di Donatella Boldoad ArGo
Le foto del video sono opera di Paolo La PlacaLa musica in sottofondo, apertura e chiusura è della P.F.M. (Impressioni di Settembre)
http://www.facebook.com/profile.php?id=1665166220#!/video/video.php?v=1913419409593&comments


giovedì 3 febbraio 2011




CLICCANDO SU QUESTO LINK E' POSSIBILE COMPRARE IL LIBRO , in formato cartaceo o in e-book...

Grazie a tutti coloro che hanno pazientemente atteso ed ora leggeranno una storia semplice, ma vera, tra corsa, amore, natura e destino, perchè ognuno di noi, dentro, è un pò "Corridor di mezza via"


Alex Geronazzo (ArGo)

mercoledì 19 gennaio 2011

Finalmente è finito e dal 26 gennaio sarà disponibile nelle librerie ed anche reperibile on line, sia sul sito dell'editore Albatros, che nei principali rivenditori web del settore.
Grazie sin d'ora a chi vorrà provare la lettura di un romanzo che parla di corsa, ma senza numeri e programmi, solo con la mente aperta di un "corridore di mezza via", solo ma in compagnia delle genti, della natura e delle sue emozioni...
Il mio primo romanzo, il mio secondo libro
Alex


sabato 16 ottobre 2010



Oggi sarò a Fregona,Ospite della cerimonia di Premiazione del Trofeo Corri la Montagna 2010. Che dire? E' la prima volta che faccio l'ospite e devo ringraziare Matteo Redolfi, Adriano Pagotto che mi hanno chiamato ad illustrare quello che ad oggi è "il progetto" Corridore di mezza via. Posso solo dire grazie. Sarà un piacere grande essere lì in mezzo ad amici che condividono la passione di una vita. E' stata una sorpresa anche per me, troppa la gentilezza di Matteo , il corridore, giornalista che per primo mi ha contattato, dopo anche avermi dato spazio su Atleticatriveneta.it. Io in fondo non sono che un piccolo omino microfonato che vive la montagna perchè la abita e la ama sin dai primi passi...Se poi mi invitano come ospite, allora a parti invertite scatta quell'insieme di orgoglio e di emozione che ti fa capire molte cose rispetto al mondo di cui parli domenicalmente, ma che nasconde dietro di se sfacettature che, non me ne vogliano, altri colleghi forse faticano a percepire. Io ho vissuto ed abitato la valle di Schievenin sin da bimbo, per poi trasferirmi tra i monto della conca degli Eroi. Quando mi si vede sul palco parlo e grido la vostra forza di volontà e le vostre gesta di atleti, mentre quando risalgo i miei sentieri rimango ad ascoltare, perchè essi parlano col mondo fantastico che gli sta attorno...
ArGo

martedì 13 luglio 2010

Il corridore di mezza via

Capitolo 1

La curiosità, l'iscrizione

Eccomi qua, dopo lungo pensarci su, mi son deciso a correrla. In giro un sacco di volantini me la facevano sentire come magica. Sì, è vero, gli slogan sui depliant son lì apposta, mica saranno stupidi gli organizzatori? Sul retro del variopinto A4 la scritta "pre-iscrizione" consigliata, mi mette in ansia. Perchè mi chiedo? Saran così tanti da limitare la partecipazione? Meglio verificare. Una e-mail all'indirizzo indicato ed attendo. Passano 12-13 ore ed ecco la risposta...Mi relaziono con l'addetto stampa del comitato CSC, o meglio, ovvero del GS che organizza. Il pacco-gara, il numero, la TDS mi fan pensare ad una corsa in montagna per pro del settore, ma una volta avuta la risposta inizio a ristabilire la giusta entità della corsa. Per molti ma non per tutti, non perchè gli scarsi o i normali non siano ben accetti, anzi...Per motivi di logica territoriale, più di quei tanti non ci si sta. Campo di Alano è un paesino minuscolo, con tutto ciò che gli serve per quel poco che gli si chiede, ma non sarà mai capace di accogliere 1000 persone in corsa, troppo stretti si starebbe. Così mi preiscrivo e mi danno il numero. Sono il 313, sig.Pino Verde del GS Le Valli...Non faccio gruppo! Ok, non serve nemmeno il certificato, che pure avrei, perchè alla salute ci tengo e quello ci vuole, con tanto di visita medico sportiva cui ognuno di noi dovrebbe sottoporsi una volta l'anno per sicurezza. Ad ogni modo mi faranno firmare una dichiarazione di responsabilità e in più, compreso nell'iscrizione, sarò automaticamente assicurato con una giornaliera CSI detta FreeSport. Meglio così, se mi esce una caviglia almeno rimedio qualcosina.La montagna non è il mio pane, ho trovato la pubblicità alla maratona trevigiana, all'expo e prima ancora alla BellunoFeltre che son più cosa mia, dritte, in semipiano e sull'asfalto. Ma i sentieri mai provati e nessuna corsa off road, è ora di provare... Ebbene, il passar dei giorni mi mette un pò l'ansia, da Bologna a Alano di Piave, credo sarà lunga, ma apprezzata. Certamente sarò colui che arriva da più lontano mi dico. E' così...Cerco un albergo in internet, ma non riesco a rintracciare nulla. E' pur vero che non sono un mago della navigazione. Chiedo ancora aiuto al mio interlocutore e-mail. Presto chiesto , presto fatto. In zona, almeno nel comune di Alano di Piave, mi indica un albergo ed un B&B. Quanto basta, ho indirizzi web e numeri di telefono. Opto per la soluzione Bed and Breakfast, programmandomi una tre giorni nella cosiddetta Conca degli Eroi, con tutto il massiccio del Grappa a disposizione. Mi porterò mia moglie, sarà una piacevole gita in montagna e pure lei, volendo, coi bastoncini si farà la passeggiata naturalistica in ambito gara...Pochi giorni e via, due pensionati dall'Emilia Romagna, ancora una volta alla scoperta del Veneto, stavolta prealpino.


Capitolo 2

Verso la Conca degli Eroi

...sabato ci sarà la corsa. Io e la Gian dopo qualche ora d'auto siamo ormai in territorio bellunese. Certo, abbiamo un pò divagato e girovagato, entrati in Veneto. Le cose da vedere sono molte, anche dal finestrino dell'auto in corsa, ma si sà, i pensionati hanno tutto il tempo e noi il viaggio ce lo siam goduto tutto. Abbiamo l'abitudine di viaggiare in automobile anche per migliaia di chilometri, senza dare alcuna importanza al tempo. Tanto quello passa comunque e non si ferma a guardarsi indietro per accertarsi che tu ci sia ancora, quindi la curiosità val bene il gusto del bello e de voler fermarsi ad apprezzarlo. Io guido e non faccio mai l'itinerario più breve. Per me “google maps” è un'entità che potrebbe anche andare in fallimento. così, tra una fermata sull'argine del Pò, incontrando gli amici podisti tagliolesi in pieno allenamento lungo le vie dei loro amati territori e i pescatori di rientro dalla giornata di lavoro, il mercoledì è passato e col calar della sera ci siamo avviati verso la nostra meta. La conca delle medaglie d'oro. Certamente ad Alano troveremo ad accoglierci un buon letto e speriamo, prima , un buon pasto in qualche ristorantino tipico. Non conoscendo minimamente la zona, viaggiamo anche con la fantasia, immaginando un paesaggio dall'aspetto accogliente, in una pace silenziosa tipica della valle immersa in se stessa, ospite delle sue montagne.
A Montebelluna un primo cartello stradale indica alano di Piave, ci siamo quasi , quando l'orologio indica le sette e mezza serali mi affretto a spingere lo sguardo più in là che posso. Innanzi a me il comprensorio del la Monfenera è una barriera naturale dai contorni rotondeggianti, affiancata sulla sua sinistra dai primi contorni delle cime del Grappa ed a destra, più in lontananza, dalle lontane vette dolomitiche di cui si scorgono i primi tratti aspri. Queste montagne non le avevo ancora viste, mai fino ad allora mi ero spinto verso quest'arco montano, seppure con gli sci mi sia avventurato più volte nelle zone lombardo piemontesi. Come da indicazioni del mio mentore "e-mail" del posto, subito dopo il Ponte sul Piave, in località Fener, mi fermo qualche secondo a guardare il miliario d'epoca romana che indica chiaramente la presenza del passaggio del grande impero, anche quì, dove in anni a venire fu poi la Serenissima a sfruttare l'energia trasportante delle acque, per muovere il legname fino a Venezia.
L'indomani sarà certamente nostro piacere e curiosità, visitare Castelnuovo, costruzione antica in zona querese, tra Quero-Vas e Santa Maria, attualmente luogo di meditazione per i frati ed i loro ospiti, proprio sulla sponda del fiume Piave, lì dove un tempo vi era con tutta provabilità una zona di interscambio o dogana appunto fruita dalla Repubblica di Venezia...ma di questo non sono certo ed avrò modo di chiedere agli eventuali uffici turistici o agli attuali residenti.
Eccoci arrivati, l'unico B&B di Alano era pronto al nostro arrivo e dopo aver fatto conoscenza con le gestrici del nostro rifugio nella conca, chiediamo lumi ed otteniamo degna risposta, su come poter sfamare i nostri istinti gastronomici. Tra i posti segnalati tralasciamo gli agriturismo, non proprio a portata di gambe, per incamminarci a piedi verso una piccola pizzeria, dal gusto retrò, che pare essere conosciuta come calma nel servizio quanto ottima nella qualità della materia prima da ingurgito. Quattro passi ed io e la Gian siamo davanti all'uscio di questo cibarìo pertugio, incastonato nella cornice di una piccola piazzetta, al cui centro ed all'atenzione della scena, pone una "vecchia" fontana rotondeggiante, chissà da quanto tempo posata lì per musicare il luogo con il gorgoglìo costante e soavemente quieto dello scorrere infinito del riciclo d'acqua...

Capitolo 3

Le meatte

...torniamo stancamente verso l'ostello. La strada è breve ma la notte, oltre che lunga, è così intensa da farci sembrare il piccolo tragitto come una lunga passeggiata d'un tempo. Eh già, dopo qualche anno di vita da pensionati, mi rendo conto di aver concesso poco al romanticismo d'anni or sono. Questa sortita per le vie secondarie di Alano diviene senza preavviso, l'occasione del riscatto verso la Gian. Povera ragazza mia, sempre pronta a seguirmi ovunque vada a correre, senza far domande, apportar proposte o avanzar obiezioni. Questa notte porta con se un chiaro di luna che ci accompagna, illumina i pensieri e rinsalda le emozioni del cuore. L'acqua delle fontane fa da specchio, al riflettersi della signora della notte e noi, rapiti come non avessimo mai veduto nulla di simile, siamo immersi con l'anima nel suo risplendere argenteo.
Come tutte le favole, varcata l'entrata del pertugio notturno prescelto, ci abbandoniamo ad un thè in compagnia con un'altra coppia di ospiti. Sono Giacomo ed Assunta, due bresciani, insegnanti ed appassionati di storia contemporanea, venuti a visitare i luoghi teatro della Grande Guerra, sul Monte Grappa. Una parola tira l'altra e presto Giacomo s'accorge dell'ora tarda ormai fattasi. Le due della notte! Ci dicono di voler alzarsi alle cinque per andare a far due passi su un sentiero di cui avevano sentito e letto, "le Meatte". Tre ore di sonno soltanto? E noi? Matti più di loro ci accodiamo all'avventura e conla buonanotte, ci diamo appuntamento per colazione. Sarà il viaggio o quel silenzio tipico della montagna, disturbato soltanto dal rintoccar di qualche scampanata di campanile, ma il nostro dormire è pesante e profondo, gustato sino all'ultimo minuto prima della levata all'alba.
Facciamo colazione con l'ottimo caffè latte preparato da Assunta , mentre la mia Gian offre ai nostri nuovi amici i biscotti fatti da lei e che ad ogni viaggio porta con noi. Lo stomaco pieno e la mente libera ci portano ad avviarci in automobile verso la vedetta del Monte Grappa. Mi offro da autista, non amando viaggiare in macchina da passeggero. Ci vuole un'oretta scarsa, a risalire la strada stretta e piena di curve e tornanti, che passando per il Monte Tomba ci porta all'imbocco del sentiero.Le Meatte sono un luogo di grande interesse botanico, storico e paesaggistico. L'ambiente rupestre prealpino, abbinato alle nebbie frequenti che mantengono d'estate basse temperature e costanti condizioni d'umidità, ha determinato le condizioni per il concentrarsi in questo luogo di molte rarità vegetali. Si possono ammirare molte classiche e spettacolari fioriture di ambiente di roccia, di canalone e di prati rupestri.
Lo stesso tracciato militare, assieme ad altre opere di cui si intravedono le tracce, merita d'essere ammirato per la sua arditezza. Venne realizzato dal Genio militare italiano come opera di immediata retrovia per spostare e ricevere le truppe al riparo dal tiro nemico (che era attestato su parte dei Solaroli e del Monte Spinoncia, due dorsali del Grappa poste, rispettivamente, a nord-ovest e nord-est delle Meatte). Attraente, poi, è l'immagine paesaggistica del luogo stesso, un vero scoglio rupestre e selvaggio che si erge poderoso sui fianchi orientali del Grappa. La ricchezza e rarità della flora rupestre è forse l'aspetto più peculiare del luogo. Si possono riconoscere, anche se il sentiero si snoda a quote relativamente modeste, molte entità tipiche delle Dolomiti.In effetti se avessimo problemi acuti di vertigini, non saremmo andati molto in là , una volta iniziato il tratto esposto, eppure camminando anche questo senso di vuoto, sotto ai tuoi piedi, è compensato dal pensiero di quei giovani che scavarono tutto questo per salvare la loro pelle e darci la nostra libertà di camminarvi ora sopra. La croce in Pian de La Bala sancisce il termine del sentiero e da lì decidiamo di seguire la strada asfaltata e magari fermarci in qualche malga per il pranzo. Ci sovviene che avremmo dovuto visitar Castelnuovo, ma quì si stà così bene...

Capitolo 4

Il soldato Peter Pan

In effetti con Giacomo mi sono bastate poche parole ed una serie di ragionamenti, per capire che tra di noi potrebbe nascere una bella amicizia. Come era prevedibile, le parole dei due maestri lombardi, si incentrarono quasi del tutto, sulle loro conoscenze relative al grande conflitto mondiale. In questi luoghi, dove ora noi passeggiamo ingannando il tempo con l'unico scopo di trarne beneficio fisico e spirituale, loro ci fanno continuamente notare come ogni metro della montagna in cui ci troviamo, sia stato teatro di scene strazianti e di gesta eroiche.
Il cielo si è ingrigito d'improvviso, quasi che i racconti abbiamo portato un velo d'angoscia di cui la montagna si voglia ricoprire, forse tentando di dimenticare ferite ancora aperte e ben visibili, sulla sua pelle viva. Basta guardarsi attorno per scorgere numerosi, piccoli crateri visibilmente innaturali. Eh sì, buche a volte profonde metri, spesso larghe molti piedi, sono il segno tangibile dei bombardamenti e dello scoppio ripetuto di quelle palle di morte, scambio acerrimo di violenza, tra le truppe italiane e i contingenti austriaci. Ho capito subito che da "Pian de la bala", la nostra destinazione non sarebbe stata di ritorno immediato e benchè la gara e i chilometri in programma, fossero dietro l'angolo, come scopo primario di questa sortita al nord, non fiatai minimamente vedendo i signori D'Arda, incamminarsi verso la cima, seguendo la stretta via asfaltata. La mia Gian, meno allenata di me, s'affrettò subito a venirmi a fianco chiedendomi dove stessimo andando. Io in verità immaginavo, ma non potevo esser certo. Ma Assunta, che era una bella signora sulla cinquantina, in una splendida forma, tale da dimostrare molti anni in meno, non perse l'occasione per dimostrare che le donne vedono molto più avanti di noi. Capì che la mia metà era spaventata dal dover percorrere troppi chilometri, rischiando di disturbare il cammino altrui con le sue eventuali difficoltà. Immediatamente è venuta vicino a noi e con fare quasi malizioso, con due pacchette sul sedere sdrammatizzò l'imbarazzo della Gian, rincuorandola sul fatto che ci saremmo fatti un bel tratto di strada, ma così lentamente da non perderci un'attimo ed un centimetro del fascinoso mondo che era attorno a noi. Giacomo, battistrada dal ritmo pacato, ci conduceva lungo questa secondaria, che ben presto si sarebbe congiunta con la celebre statale Cadorna. Così fu in effetti. Lungo la via, dolcemente pendente, qualche lapide posta a bordo strada, ricordava il prezzo che si paga alla montagna, alla minima imprudenza. Foto in bianco e nero, semi sbiadite dal tempo, poste su marmorei scrittoi funebri , dalle iscrizioni ingrigite, quasi abbandonate ad un destino di dimenticanza. Storie di vite interrotte, sul Monte sacro alla patria, ben dopo i nefasti giorni della morte bellica. Vite interrotte per lo più negli anni '60/'70, quando il passar del tempo accoglieva una nuova era per questa montagna, abbandonata dopo la guerra e iniziata a rivivere proprio in quegli anni. Ecco, immaginavo lungo la strada, come queste persone, venute a ridar spolvero al Grappa, finirono per divenire altri martiri in età moderna, sacrificati all'esistenza lavorando nella monticazione o semplicemente riaprendo la via ad un turismo atipico che sarà in eterno votato al pensiero d'eroici volti e di storie spezzate alla ricerca d'una libertà, talvolta mal apprezzata dalla attuale modernità.
Porca vacca...Chiedo scusa ai lettori, ma mi sovviene, che nel mentre mi ispiravano pensieri tanto profondi, uno scivolone sull'asfalto asciutto, mi faceva presagire il contatto diretto, tra la suola dei miei scarponi nuovi ed il segno tangibile del "bovin passaggio". Una risata fragorosa alle spalle del povero Pino. Certo, come direbbero i turisti, cosa vuoi che sia; roba naturale, appunto dal profumo di natura, ma in effetti preferibilmente detto "puzza di cacca di mucca".
E intanto, passata una mezz'oretta siamo sulla cadorna, diretti ove avevo previsto. Al sacrario militare del Monte Grappa. Ad un certo punto, guardandomi, Giacomo fece spallucce e disse:
. Non capendo , com'era ovvio che fosse, dovetti ribattere:
. Giacomo si fece austero, ma con l'occhio furbo di chi quasi si beffa del prossimo... ed indicò con l'indice il grande mausoleo ancora distante da noi, ma ben visibile sulla cima dell'aspro paesaggio. Per me era impossibile e glielo dissi. Ma lui convinto del fatto suo aggiunse...


Capitolo 5

La madonnina mutilata


...lo guardavo con espressione inebetita, quasi offesa, di chi si sente un pò preso per i fondelli.
Ma immaginavo che dietro a quella che sembrava una burla, ci fosse qualcosa di molto più chiaro, provabilmente anche serio.
Intanto Assunta e la Gian, si scorgevano diversi tornanti sotto di noi, perse nel loro incedere lento e chiacchiericcio. In effetti la professoressa, appariva quasi soggiogata dal fascino del paesaggio che andava a visitare per la prima volta, Chiaramente il tutto era giustificabile dalla grande passione che i nostri due compagni di viaggio si portavano addosso, per tutto ciò che è e fa storia. Le donne si raccontavano i motivi della presenza in quest'area del veneto, ma lo facevano non con superficialità, bensì trasudando emozioni rispetto alla scelta di venirci. Tra le righe sembrava quasi che la Gian avesse convinto la sua nuova amica a partecipare alla corsa di sabato, facendo una passeggiata in compagnia, lungo quel percorso che gli organizzatori promuovevano come "sentiero della Grande Guerra".
Nel frattempo io e Giacomo ci trovavamo ormai ai piedi del sacrario. Decidemmo di avanzare fino al Rifiugio Albergo Bassano. La targhetta altimetrica segnava quota 1745m ed in effetti una leggera ma pungente brezza aveva iniziato a infilarsi tra le fenditure della camicia di flanella che mi portavo addosso. Dietro al grande Rifugio, un ampio parcheggio, con già un paio di corriere da turismo, in sosta su questo celebre monte dal sapore di libertà. Una lunga gradinata posta al principio dell'area di sosta, si alzava con lieve pendere,verso uno degli ingressi del sacrario. Avrei voluto salire, ascoltando le spiegazioni dotte del mio nuovo amico, ma mi sembrava di fare un torto alla Gian, andandoci senza di lei. Quindi decidemmo di sederci un'attimo sulle tavole esterne al rifugio, sopra l'ampia terrazza, che con la dipartita della "caliverna", apriva allo sguardo un panorama da non scordarsi più. Dopo una mezz'oretta Assunta, arrivò stancamente alla cima, trascinandosi appresso la sagoma esausta della Gian, che aveva un paio di gote così rosse, da sembrare sul punto di incendiarsi.
Giusto il tempo di mandar giù un boccone e di bere qualche sorso d'acqua, mai così fresca e dissetante, la donna lombarda prese a farci da "Cicerone", dandoci spiegazione di ciò che stavamo guardando. Davanti a noi la sconfinata Pianura Veneta, precedeva il luccichìo, favorito da un cielo sereno come non mai, della Laguna di Venezia. Girando lo sguardo ad est, Il Gruppo del Cesen, del Cansiglio, le Alpi Carniche ed il promontorio del Cavallo. A nord, le Dolomiti Bellunesi, il Lagorai e le Pale di San Martino. Sull'ultima latitudine , ad ovest, ancora spazio per gustarsi a perdita d'occhio l'Altopiano dei Sette Comuni, I Monti Lessini, il Gruppo del Carega, il Monte Pasubio e ultimo, là in fondo, il protaginista di uno dei canti alpini rimasti nella storia, l'Ortigara.
Era circa mezzogiorno quando ci inamminammo lungo la gradinata che conduce al sacrario. Nell'ordine abbiamo visitato tutti i 5 muraglioni disposti a cerchio, uno sopra l'altro. Alla rinfusa abbiamo letto molti nomi di altrettanti uomini caduti. Ci disse Giacomo che i feretri cui è stato associato il proprio nome sono oltre 2000, ma pochi se confrontati con i quasi 13000 resti italiani, silenziosamente in riposo eterno quassù. Tra le tombe si nota quella del Generale Giardino e di sua moglie, ovvero di chi comandò l'Armata del Grappa in quei tremendi eventi a cavallo tra il '15 ed il '18. Così nel proseguire della visita, siamo entrati nel Sacello della Madonnina, mutilata da granata austriaca nel 1918 e poi restaurata. All'interno del sacello il busto Papale di San Pio X. Oltre questa piccola costruzione, dedicata al culto ed alla meditazione per lo più cristiana, un lungo viale, pavimentato con larghi, quadrati di cemento, che si perde per oltre un centinaio di metri, accompagnato lateralmente da piccoli torrioni indicanti i nomi delle grandi battaglie. Sul suo sfondo domina il Portale di Roma, su cui regalmente giace ferma la scritta "Monte Grappa tu sei la mia patria". Ci siamo avvicinati e vi siamo entrati, visitandolo dall'interno, dove un museo dedica il suo placido essere ai decorati d'oro, medagliati del Grappa. Salendovi in cima, un pertugio conduce ad un terrazzino, che guarda insistentemente ai monti. E' un'Osservatorio, sul quale un bronzeo planimetro, in bassorilievo, indica i vari luoghi dell'intero massiccio. Molto altro prima di partire abbiamo visto d io non scorderò mai, l'ala austro ungarica del sacrario, dove 10000 spoglie di pur nemici eroi, hanno trovato una pace eterna senza nome, sfortunati fratelli di sventura tra i 295 militi d'oltr'alpe, identificati. Li ho voluti leggere quasi uno ad uno, in quell'esiguo spazio loro dedicato, consapevole che la loro morte non li ha portati che ad essere quasi innominati protagonisti d'una storia che è anche mia. Seduto sul muretto di fronte alla prima delle arcate nemiche, pensavo a quanto l'essere umano possa cedere alla stupidità , di fronte alla sete d'un potere inutile. Ad un tratto un secco inatteso fruscìo di vento... Inseguii il berretto volato via, mentre dentro di me sentivo mancasse qualcosa...Ecco, l'aria, il beffardo vento mi ha portato viso a viso con una eterna dimora fredda e a mezzaluna...quella dell'austro ungarico soldato Peter Pan...Giacomo sapeva...una lacrima rapida e sincera mi ha bagnato il viso.


Capitolo 6

La valle


Il ritorno in auto, lungo una interminabile serie di tornanti, con la strada esposta a precipizio, mi dava un senso di tristezza. Abbandonare quella montagna, che tante emozioni, in breve tempo aveva suscitato in me, mi appariva come una fuga dal tempo antico, passato, che rischiava così di cadere nel dimenticatoio dei miei pensieri. In effetti ero conscio che questo non sarebbe accaduto e mi ripromisi di ritornarvi con maggiore calma, per viverne a pieno la pienezza storica di cui era così profondamente intrisa. Non mi dimenticherò mai il nome di quel soldato e un giorno, se mai avrò dei nipoti, potrò raccontare, di fronte ad un vecchio cartone animato o ad un libro dalla fodera sgualcita, di averlo conosciuto, quell'eroe alato.
Arrivati sul Monte Tomba, ci fermammo qualche attimo ad osservare la piana, che la giornata ormai tardo pomeridiana, apriva davanti a se, come un quadro ottocentesco (quì lo dico e quà lo nego, perchè a parte l'arte del mangiare, poco titolo ho per espormi con fiera certezza), ricco di trame variopinte, ma dalla tonalità pienamente naturale. Ben chiara la zona rodigina ed i colli euganei, a metà sguardo, a precedere la laguna, velatamente visibile ad occhio nudo, ma perfettamente scrutabile con il binocolo. Il Monte Tomba è una conformazione quasi collinare, che non arriva a 1000metri di altitudine, intrisa sul davanti, di una folta vegetazione a tratti cosparsa di castagneti, all'ora opportuna meta di molti truffaldini arruffatori del frutto autunnale, dalla castagna al conosciuto e prelibato marrone del Monfenera. Sulla cima si adagiano diversi fabbricati rurali, più o meno agibili, dalla utilità a volte turistica e molto più di rado d'attività malgara. In effetti, l'unica malga attiva è quella che ci siamo trovati a fianco parcheggiando l'auto, ovvero la malga Miet. Non abbiamo potuto esimerci dal far due passi lungo la piana di cima, inerbata ma segnata da una strada carraia che ci ha condotti ad una piccola chiesetta e ad un ceppo, su cui sono posti diversi pennoni per alzabandiera, senza dubbio utilizzati per commemorazioni belliche. Il dubbio presto svelatomi da Assunta che sembrava conoscere il luogo, quasi fosse di casa.
La discesa a valle, che non ricordavo perchè la mattina, salendo era ancora buio pesto, mi parse ancora più difficoltosa rispetto al passo dal Tomba in su. La strada provinciale che sale da Alano alla malga Miet o alla dismessa malga Doc, versa davvero in condizioni precarie, oltre ad essere stretta ed esposta in vari punti. Ricordo perfettamente i sobbalzi dell'auto sopra le fitte buche, che l'autista di turno si concentrava a prendere tutte in pieno e ben bene. Finalmente la fine della discesa ci portava sopra un ponticello in pietra, al cui fianco uno stabile diroccato, dalle ampie dimensioni giace incustodito, per quanto transennato, vittima di se stesso e del tempo. A giudicare dall'ampio parcheggio pensai subito ad una struttura ricettiva, del tempo che fu. Mi pareva strano che Giacomo no ne sapesse nulla, quindi ne ottenni una spiegazione dal sapore inatteso. Pare infatti, che questo vetusto maniero d'epoca post moderna, fosse qualcosa di simile ad una balera. Anzi diciamo che col sorriso sulle labbra, Assunta si spinse a specificare che lì un tempo si ballava, anche con graziose signorine dal danzar d'amore. Il nome del gestore suscitò una risatina tra tutti noi, perchè il nome di questo signore, ormai passato ad altri lidi , non più terreni, corrisponde all'appellativo di Antonio, detto altrimenti "Toni cul"...altro non ho chiesto, non serviva al mio ardir di conoscenza.
Si era fatta ormai sera, con il sole della conca scomparso dietro ai monti circostanti ed un lieve spirar di vento fresco, che richiamando la manica lunga, invogliava ad uscire a far due passi per le vie del piccolo centro...

...IL RESTO , AMICI MIEI, SARA' STAMPATO E ESPOSTO NELLE LIBRERIE APPROSSIMATIVAMENTE TRA DICEMBRE 2010 e GENNAIO 2011. ABBIATE PAZIENZA, SE VORRETE LEGGERE IL SEGUITO E DI QUESTO VI RINGRAZIO GIA' DA ORA.

Alexander Geronazzo "ArGo"
Premessa

Sentite la mia idea... Lasciate a parte tutto ciò di reale e materiale che avete addosso e calatevi nella parte dei bimbi d'una volta che si lasciavano "cullare" dai racconti dei nonni...Questo dovrebbe essere...Io seduto su una poltrona a dondolo , a fianco d'un caminetto acceso...Il rumore scoppiettante del castagno secco che arde sopra il braciere...e voi, adagiati sulle vecchie poltrone, ricoperte da antichi plaid a quadrettoni, poste a semicerchio di fronte al narratore...una teiera fumante e un pò di voglia di sognare, viaggiando con la fantasia, sotto altrui spoglie, in posti reali dentro una storia inventata e romanzata...magari colorita con gli errori tipici della frenesia di chi vuol scrivere per non scordarsi il pensiero che transita nella sua mente.

Alexander Geronazzo